Strutturare la propria idea di business con il Business Model Canvas

Categorie: Investitori, Startup
Marzo 20, 2023
Tempo di lettura: 6 minuti

Avere un’idea in mente o aver già iniziato a lavorare alla sua realizzazione non significa aver cominciato a percorrere la strada dell’imprenditore. Per farlo, c’è bisogno di una attenta analisi di quello che ci circonda per comprendere i rischi e le priorità su cui lavorare per raggiungere l’obiettivo in modo rapido e completo.

Esistono molti strumenti, elaborati da teorici o imprenditori, per supportarci nelle scelte e nelle decisioni più critiche, soprattutto nelle fasi iniziali di un business. Uno dei più diffusi e importanti è il Business Model Canvas, principalmente per la sua capacità di sintetizzare e visualizzare le informazioni chiave che ci servono per elaborare una strategia.

Esistono libri e intere guide per utilizzare il BMC al meglio (esempi) ma oggi ci soffermeremo su alcune sezioni che pensiamo siano quelle più rilevanti nella fase di avvio di una startup tech, dove oltre all’idea in genere c’è un primo prototipo o delle competenze verticali molto importanti ma poca consapevolezza del “campo largo”.

Una caratteristica molto importante del Business Model Canvas, come anticipato, è la sintesi visuale che ci permette di distinguere elementi interni come le risorse chiave o la struttura dei costi, dagli elementi esterni come i canali distributivi e i segmenti di clienti a cui vogliamo rivolgerci, incontrandosi in quella che è la chiave di volta di ogni business: la value proposition.

Elaborare una value proposition non è semplice ed è spesso un primo traguardo dopo le prime analisi perché sintetizza il motivo di esistenza della startup: cosa offre ai suoi clienti? Che impatto ha sulle loro vite? Perché la startup è unica e diversa dalle tante alternative esistenti?

Per differenziarsi un’azienda può fare leva su molti fattori, a cominciare dalla tecnologia o dai canali distributivi utilizzati e per comprenderlo è sufficiente pensare alle scelte che facciamo ogni giorno: perché compriamo su Amazon? Perché risparmiamo il tempo di andare al negozio. Perché invece per altri prodotti preferiamo andare in negozio? Per ricevere un’assistenza dedicata o per avere una migliore esperienza. In questi esempi sono evidenti i concetti di Canali distributivi e Customer Relationship ma dietro ogni modello sono presenti diverse declinazioni di ogni singolo concetto presente sulla tavola del BMC che, seppur diverse, in sintonia tra loro per generare valore.

La combinazione di questi concetti, per generare un business model profittevole, dovrà partire imprescindibilmente dalle Risorse chiave, identificabili sia nelle figure professionali e quindi nel team che nelle asset core sulle quali la startup vuole fare leva. Non da ultime le risorse finanziarie, necessarie a completare la struttura e a raggiungere gli obiettivi prefissati, come validare la tecnologia, validare il business need e andare sul mercato. Avere bene in mente di quali risorse, finanziarie e non, si ha bisogno è essenziale per orientare le proprie attività, elaborando un budget e una roadmap definita che ci possa portare alla definizione del nostro business model e alla sua validazione.

Da qui, a cascata, sarà possibile affrontare tutte le sezioni di questo incredibile strumento, definendo di chi abbiamo bisogno (Key Partners), in cosa dobbiamo impegnare le nostre risorse (Struttura dei Costi), prioritizzare e decidere quali attività esternalizzare e quali tenere in casa (Key Activities).

In parallelo, oltre ad sviscerare i fattori interni, è fondamentale puntare lo sguardo al mercato e alle forze esterne che ne condizionano l’andamento, per comprendere sia la potenzialità di ritorno economico che le difficoltà che potremmo incontrare lungo la strada e che potrebbero condizionare le probabilità di successo della nostra iniziativa. Identificare il Segmento di clienti, infatti, è un altro lavoro fondamentale che necessità una mole di informazioni non indifferente a partire dalla valorizzazione del mercato fino ad arrivare all’analisi della willingness to pay degli attori che lo popolano e stimare quale potrà essere il valore che attribuiscono alla nostra soluzione. Questo ci permetterà di definire quindi i canali più adatti e i Flussi di ricavi a cui possiamo ambire.

Il potere del Business Model Canvas è molto forte ma deve essere utilizzato in modo completo, metodico e sincero, senza temere di arrivare alla conclusione che il gioco non vale la candela oppure che non ci sono le condizioni per lanciare la propria startup…tanto prima o poi i nodi vengono al pettine ed è meglio gestire problematiche e rischi quando si è flessibili, magari cambiando strategia, piuttosto che rendersene conto quando la posta in gioco è salita e le perdite possono essere importanti. Spesso anche noi di Archangel AdVenture utilizziamo questo strumento insieme ai founder delle startup in cui investiamo per avere un’idea chiara di quello che c’è da fare, delle reali condizioni della startup e delle opportunità che si trova davanti. Nonostante costi tempo ed impegno, il Business Model Canvas rappresenta un passo che ogni founder dovrebbe fare con cura per lanciare la propria startup ed evitare brutte sorprese quando si approda sul mercato.