Microsoft, Mistral, i Giganti americani e il valore di un AI Europea

Categorie: Hi-Tech
Marzo 25, 2024
Tempo di lettura: 5 minuti

Al primo contatto con l’ambiente startup, spesso ci si chiede come sia possibile che un piccolo gruppo di persone con poche risorse, sia in grado di creare prodotti che grandi imprese non hanno pensato di creare o non sono state in grado di creare con risorse ben maggiori.

La risposta è che quel piccolo gruppo organizzato (si fa per dire), ha un forte vantaggio in termini di flessibilità, unito a forti incentivi dei founder e dei primi dipendenti (i quali pur non beneficiando direttamente dall’apprezzamento del capitale, spesso rimangono in ruoli apicali quando la start up raggiunge la maturità).

Questa flessibilità e questi forti incentivi permettono alle start up di rispondere ad esigenze di mercato con velocità spesso impensabili per grandi imprese, ma sono per forza di cose caratteristici solo di piccole realtà, e vengono inevitabilmente persi in fase di scale up.

Giganti “inflessibili”

Da tempo i giganti tech, un tempo essi stessi start up, cercano di ottenere i vantaggi di quella flessibilità ormai perduta, e lo fanno attraverso procedure come l’acquisizione.

Gli esempi si contano a centinaia, ma tra i più famosi citiamo l’acquisizione di Siri da parte di Apple (nell’ormai lontano 2010), l’acquisizione di Oculus da parte di Facebook nel 2014 e l’acquisizione di Deep Mind da parte di Google nel 2016.

Esiste però uno strumento più “sottile” rispetto all’acquisizione, ossia quello della partnership.

Lo scopo di una partnership è quello di avere due soggetti (formalmente) pari, che lavorano assieme per ottenere un vantaggio reciproco. In alcuni casi il vantaggio ottenuto può essere simile a quello dell’acquisizione, come la possibilità di avere l’accesso esclusivo al prodotto del partner, in cambio dell’accesso ai canali distributivi dell’altro partner. La partnership è infatti uno strumento che può essere il precursore di un’acquisizione, ma è fondamentalmente diverso e di conseguenza, se confrontato con essa, presenta una serie di vantaggi e svantaggi.

Alcuni tra i tanti vantaggi delle partnership per un gigante tech sono:

  • Una maggiore flessibilità: la start up rimane più piccola e dunque più flessibile di come lo sarebbe se fosse parte di una grande azienda, e i founder continuano ad avere un incentivo ad innovare).
  • L’accesso a prodotti cutting edge, che permette di ridurre il rischio di essere impreparati a market disrtuptions, ma senza ottenere direttamente gli svantaggi legati a tech nuove e ancora poco testate (come appunto la generative AI).
  • Minori rischi di intervento antitrust: pur non essendo esenti (è emblematico il caso Microsoft - Open AI) le partnerships sono sicuramente meno esposte a indagini antitrust rispetto a vere e proprie acquisizioni.

Al contempo le partnership hanno anche alcuni svantaggi rispetto alle acquisizioni

  •  L’esclusiva sulla tecnologia oggetto di partnership raramente è permanente, il che rende la parte debole vulnerabile a mancati rinnovi
  • Una ridotta capacità di spingere la start up e la sua tecnologia dove meglio conviene al gigante “partner” (va notato che ridotta non significa assente, basti vedere il caso del licenziamento di Sam Altman dove la minaccia di Microsoft di assumere i dipendenti contrari al licenziamento è stata determinante per ribaltare la situazione.

E proprio Microsoft ha recentemente annunciato una partnership con un’altra start up in rapida crescita: Mistral AI.

Una startup col vento in poppa

Mistral (Maestrale in francese) è una start up con sede a Parigi specializzata nel creare LLM generativi open-source. Nata nell’Aprile del 2023 (meno di un anno dalla data di pubblicazione dell’articolo) ha raccolto quasi 400 milioni nell’Ottobre 2023. A Febbraio 2024 ha raggiunto una valutazione di 2 Miliardi, ed è qui che è entrata in gioco Microsoft. Microsoft ha acquisito una partecipazione di minoranza in Mistral (con un investimento di 15 milioni) e le due aziende collaboreranno per sviluppare e commercializzare i modelli di Mistral su Azure, la piattaforma cloud di Microsoft.

Questa partnership sarà incentrata in tre aree chiave:

1) Microsoft supporterà Mistral fornendo accesso ad un'infrastruttura computazionale necessaria allo sviluppo dei suoi modelli AI più potente di quella a cui mistral ha avuto accesso finora;

2) Microsoft fornirà accesso ai modelli di Mistral nell’Azure AI Studio e nel suo catalogo di modelli di machine learning, permettendo a Mistral di espandere il pool di clienti dei suoi modelli ai clienti Microsoft;

3) Microsoft e Mistral esploreranno possibili collaborazioni per allenare modelli “purpose specific” da vendere a clienti selezionati.

I vantaggi per Microsoft

Viene da chiedersi perché Microsoft abbia deciso di formare una partnership con un diretto concorrente di Open AI, (della quale ha il 49% del capitale).

  1. Microsoft potrebbe avere un genuino interesse per un’impresa dinamica che ha creato in poco tempo modelli migliori di quelli di tanti altri giganti e considerati secondi solo a quelli di Open AI;
  2. Nonostante la sua ampia partecipazione, Microsoft potrebbe non voler dipendere solo da open AI per i suoi prodotti di intelligenza artificiale generativa;
  3. In ultimo, potrebbe essere una mossa per tenere a bada l’antitrust europea. Può sembrare un controsenso, dato che per certi versi questo accordo stesso è stato fonte di attenzione dell’antitrust europea. Tuttavia, fonte di attenzione è anche stata la relazione esclusiva e quasi simbiotica tra Open AI e Microsoft. Questo accordo potrebbe avere la funzione di dimostrare che Microsoft non ha intenzione di sfruttare le sue dimensioni per favorire Open AI sui concorrenti e distorcere il mercato.

Un AI Europea

Qualunque sia l’intenzione di Microsoft, è innegabile che questa acquisizione sia un momento spartiacque nella storia della nascente industria europea dell’AI. Pur avendo contribuito ampiamente allo sviluppo del web infatti, l’Europa è innegabilmente rimasta indietro rispetto agli USA al livello tecnologico, (basti pensare che delle aziende tech considerate Gatekeeper dall'UE, nessuna è europea).

In questo senso questo momento può essere visto tramite due opposte chiavi di lettura.

Per certi versi quella di Mistral è la storia di founder europei che tornano nel vecchio continente, abbandonando il loro lavoro negli Stati Uniti, e dimostrano il valore che l’Europa può portare nello sviluppo di questa tecnologia.

Per altri versi, questo accordo può essere visto anche in senso negativo, ossia come un indicatore del fatto che l’Europa oggi è incapace di portare indipendentemente lo sviluppo di modelli AI al livello successivo, e rischia nuovamente una dominazione di questo nuovo mercato da parte di giganti USA.

Il tempo ci dirà la piega che prenderà questa faccenda. Nel frattempo noi di Archangel faremo la nostra parte per sostenere un ecosistema in forte crescita dove siamo convinti che l’Europa e l’Italia abbiano tanto da dare.

Fonti:

Microsoft's deal with Mistral AI faces EU scrutiny | Reuters

Introducing Mistral-Large on Azure in partnership with Mistral AI | Microsoft Azure Blog

Microsoft’s Mistral deal beefs up Azure without spurning OpenAI - The Verge

Microsoft invests in Europe's Mistral AI to expand beyond OpenAI (cnbc.com)