Drag along e tag along: definizione, funzionamento e applicazioni

Categorie: Investitori, Startup
Maggio 11, 2023
Tempo di lettura: 7 minuti

Nel corso della vita di un’azienda può succedere che la compagine societaria cambi. Se parliamo di una startup questi eventi sono anche frequenti e sono determinati generalmente dall’ingresso di nuovi investitori che credono nel progetto oppure dall’apertura del capitale a nuovi membri operativi del team. Anzi, una startup ha come obiettivo principale quello di un cambio radicale della propria compagine societaria, al raggiungimento dell’exit.

Ma freniamo un secondo… Prima di arrivare all’exit è opportuno conoscere quali possono essere le dinamiche e le regole che i soci si danno fino a quel momento per gestire i trasferimenti di partecipazioni che, se da un lato possiamo collegarli a nuove risorse in società, dall’altro potrebbero anche portarne via, ad esempio quando uno dei founder esce dal team. In questo caso, soprattutto quando in gioco ci sono investimenti finanziari importanti e un potenziale di crescita non indifferente, i meccanismi di controllo di queste transazioni sono necessari. 

Quando un investitore valuta una start-up, soprattutto nelle fasi pre-seed e seed, non tiene conto solamente del business e del mercato ma anche e soprattutto che il team sia solido e completo e che i founder siano in grado di portare avanti un’attività imprenditoriale e realmente intenzionati a farlo. È estremamente rilevante, quindi, ai fini di tutelare i soci, gli investitori e le loro partecipazioni, inserire delle previsioni che proteggano gli investimenti fatti e consentano agli investitori e ai founder di ottenere il rendimento sperato.

Se da un lato infatti è cruciale che il team resti unito e compatto in azienda fino a quando il valore di questa non sia cresciuto sufficientemente da garantire un buon ritorno, dall’altro c’è la necessità di agevolare situazioni e casi in cui questo valore viene riconosciuto e finalizzato, cioè i momenti in cui c’è un acquirente interessato. C’è quindi bisogno di tenere aperta una porta per l’exit e, allo stesso tempo, serrate le “vie di fuga” non previste dal piano.

In un prossimo approfondimento parleremo delle clausole che limitano i possibili movimenti in uscita dei founder, impedendo loro di abbandonare la nave in qualsiasi momento e senza particolari effetti, creando spiacevoli situazioni in cui l’investitore si trova a dover portare avanti una società senza la cosiddetta key person. Parliamo ad esempio di obblighi, o meglio, di divieti che vengono posti ai soci fondatori, come il lock-up, e il bad leaver.

Per proteggere l’investimento e assicurarsi una porta aperta per l’investitore, sono ampiamente utilizzate due clausole “cugine” tra loro: la tag e la drag. Ma di cosa si tratta?

La tag along ha come scopo finale la protezione dei diritti dei soci di minoranza, difatti, può intervenire quando uno o più soci che detengono una certa quota di partecipazione (in genere almeno pari al 51% del capitale sociale) intendono venderle ad un terzo, uscendo dalla compagine societaria e realizzando il loro ritorno. In questo caso, viene spesso attribuito ai soci di minoranza, non coinvolti nell’operazione prospettata, il diritto di potersi “agganciare” all’operazione, agli stessi termini e condizioni negoziate dai soci uscenti (taggati). In questo caso, il socio di minoranza obbliga i taggati a negoziare un’operazione più ampia di quella iniziale, in modo da essere incluso, oppure ad abbandonare l’opportunità. Infatti, nel caso in cui l’acquirente dovesse rifiutare di acquistare anche le quote dei soci di minoranza, i soci taggati non potranno più trasferire la propria quota.

Questo diritto è pensato per evitare situazioni in cui un socio di minoranza, come può essere un investitore, resti in una società anche dopo un cambio di controllo e dopo l’uscita dei founder e non riesca più a monetizzare la propria quota, perdendo l’opportunità di realizzare il proprio investimento oppure si trovi a portare avanti una azienda con entità totalmente diverse da quelle che aveva scelto.

Come per tutte le clausole esistono ovviamente diverse declinazioni di questa previsione, che può essere anche parziale e proporzionale o che può riguardare tutti o solo alcuni dei soci, in base agli accordi che vengono presi.

Drag-along (diritto di trascinamento)

L’altra clausola a tutela del ritorno dell’investimento che viene spesso inserita nello statuto delle società è la cosiddetta drag-along. Quest’ultima prevede che il socio beneficiario possa obbligare gli altri soci a vendere le proprie partecipazioni, qualora ci fosse un acquirente interessato ad acquistare il 100% della società e non una porzione della stessa.

È evidente quanto questa previsione sia forte e, allo stesso tempo necessaria per allineare gli orizzonti temporali dei soci. Un investitore ha infatti un orizzonte temporale mediamente più breve di quello di un founder e non può rischiare di rimanere imbrigliato in una società per periodi troppo lunghi nell’attesa di un ritorno più alto e forse poco probabile. Alcuni founder potrebbero infatti essere “legati sentimentalmente” alla loro start-up ed anche se dovesse arrivare un’offerta economicamente interessante potrebbero non accettarla.

Per arrivare ad un punto di incontro ragionevole tra le aspettative degli investitori e dei founder si gioca spesso su due variabili: il tempo ed il valore.

È molto frequente vedere dei floor applicati alla drag, cioè dei limiti inferiori di valore sopra ai quali tale previsione scatta, eliminando le casistiche in cui c’è già un rendimento sufficiente per l’investitore ma con un potenziale ancora inespresso secondo i founder. Meno frequente ma utilizzato, il limite temporale, sempre per proteggere le fasi iniziali e più delicate della vita della startup.

Conclusione

I cambi di compagine societaria sono momenti molto delicati per ogni azienda e molto di più per le startup, che tendono all’exit per loro natura. bisogna quindi essere sicuri che gli interessi dei founder e quelli degli investitori siano allineati e ben bilanciati in modo da innescare un gioco win-win. Le logiche di declinazione di queste clausole variano a seconda delle fasi di vita e delle tipologie di investitore, ma crediamo che in ogni situazione sia identificabile un equilibrio, soprattutto se si lavora insieme per la valorizzazione della startup.

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